martedì 14 settembre 2021

Dungeon Crawl Classic vi invita a giocare a dadi col fato!

 

Voglio rendervi partecipi della mia esperienza di gioco, avuta a Modena Play, partecipando a una demo di DCC (Dungeon Crawl Classic).

Il gioco è stato portato in Italia da MP Edizioni in collaborazione con Kaizoku Press, tramite un monumentale lavoro di traduzione!

Ci ho messo molto tempo a riordinare le idee per scrivere questa mia piccola disquisizione sulla filosofia del gioco, il motivo principale del mio ritardo è dovuto al fatto che questa edizione di Modena Play è stata veramente stancante.

Vi premetto che non sarà una recensione vera e propria, ma una spiegazione di alcune meccaniche o scelte che potrebbero sembrare bizzarre e particolarmente disturbanti per un giocatore abituato a un d20 System o a regolamento privo di alcune varianti casuali.

Iniziamo col dire che avevo letto il manuale in Inglese diverso tempo fa (qualche anno) e che non ricordo perfettamente tutte le regole; premesso questo sono giunto a queste riflessioni dopo aver giocato un’avventura introduttiva e aver parlato con l’editore del gioco, Mirko Pellicioni.

Il mio approccio al gioco è stato totalmente errato, siccome mi aspettavo di aver di fronte a un d20 System con alcune bizzarre varianti o caratteristiche inusuali, come la presenza della caratteristica Fortuna.

Ma mi sbagliavo di grosso, siccome DCC va capito per bene!

Tutto sembra come deve essere a partire dalle schede che ricordano le meccaniche di un gioco “classico” con le solite caratteristiche e tiri salvezza, ma si ha subito la sensazione che qualcosa è fuori posto. 

Più il gioco prosegue e questa sensazione di "stranezza" diviene sempre più marcata a partire dai dadi utilizzati durante il gioco.

Il gioco utilizza una serie di dadi poliedrici del tutto inusuali (come per esempio il d16) col fine di limitare il più possibile l'utilizzo di modificatori numerici (-4,-2 ec....) e sostituirli tramite l'utilizzo di dadi differenti. 

Giocando, ti rendi conto che la scelta dei dadi “bizzarri” ha una sua logica, ma questa logica ti sfugge, così come molte scelte di design ti risultano apparentemente fuori fase così come alcune situazioni apparentemente senza uscita che possono essere superate spendendo i punti Fortuna.

La Fortuna vi servirà a piegare la casualità dovuta al lancio dei dadi e a superare le situazioni più complesse e pericolose.

Il concetto, proprio dei giochi OSR, che emerge durante la partita è che tirando un qualsiasi dado si può morire o rischiare di non controllare la situazione a pieno.

La sensazione generale è che gli Dei del Chaos (non quelli di Warhammer, ma quelli di Moorcock) abbiano scritto un gioco e ti abbiano invitato a giocare al loro tavolo!

Finendo la partita si esce un pò costernati e dubbiosi; ma devo ammettere che da tanto tempo una demo  non mi aveva fatto ragionare, come ha fatto DCC, riguardo alla casualità e debolezza della vita umana!

Da parte mia vi consiglio di giocarlo utilizzando il materiale gratuito che trovate in rete, avendo ben chiaro di avere tra e mani un gioco molto impegnativo e complesso sia per il giocatore e sia per il Giudice.

Se volete un gioco OSR semplice e lineare scegliete un altro regolamento, magari qualcosa di più basico e tradizionale (puntualizzo nell'ambito OSR, non prendo in considerazione altri sistemi più complessi come Pathfinder o dnd 3.5 che non rientrano nel movimento).

Dungeon Crawl Classic richiede impegno e costanza!

Ringrazio Mirko per aver tradotto questa pietra miliare del movimento OSR. 

Spero di fare altre partite a questo gioco per comprenderne meglio le meccaniche! 

Magari non durante due giorni di fiera! E' stato molto impegnativo!

@threeballs


 

 

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